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giovedì 29 gennaio 2009

Vizia-TA anche tu dal suo vizio

Lui è un “vizio”!
Questa è la sua definizione corretta.
Perché il vizio non ha un limite: il vizio passa sopra, il vizio non si fa delle domande, il vizio prova tutto quello che si può provare … E la sigaretta, e la birretta, e la prostituta …
Non pensa, percepisce! Non usa il cervello, usa i sensi!
Il vizio è solo e in compagnia … ma soprattutto è solo. E’ da solo che il vizio è vero vizio.
Se ce l’hai in compagnia ... beh … sei solo un insicuro che prova a sgomitare e a farsi spazio per essere accettato.
Ma se sei quel tipo di vizio, quello solo … beh … lì è proprio vizio. Sei "Il Vizio".
E non te lo leva via nessuno.
E adesso ci rido sopra.

mercoledì 21 gennaio 2009

Il mio posto

"ma tu che fai? vai da qualche parte?"
"no ... me ne resto quì .... sto tanto bene quì!"
"quasi quasi allora mi fermo anche io ..."
***
"Si sedette sui gradini, senza entrare. Era ancora buio. C’erano rumori strani, rumori che di giorno non si sentono. Come briciole di cose che erano rimaste indietro, e adesso si davano da fare per raggiungere il mondo, e arrivare puntuali all’alba, nel ventre del rumore planetario. C’è sempre qualcosa che si perde per strada, pensò. Devo smetterla, pensò. Non si finisce da nessuna parte così. Sarebbe tutto più semplice se non ti avessero inculcato questa storia del finire da qualche parte, se solo ti avessero insegnato piuttosto, a essere felice rimanendo immobile. Tutte quelle storie sulla tua strada. Trovare la tua strada. andare per la tua strada. Magari invece siamo fatti per vivere in una piazza, o in un giardino pubblico, fermi lì, a far passare la vita, magari siamo un crocicchio, il mondo ha bisogno che stiamo fermi, sarebbe un disastro se solo ce ne andassimo, a un certo punto, per la nostra strada, quale strada? Sono gli altri le strade, io sono una piazza, non porto in nessun posto, io sono un posto…."
- City - Alessandro Baricco
***
Tu mi hai insegnato ad essere felice restando immobile.

Processo al "punto di vista"

Spesso il nostro dannato "punto di vista" ci annebbia la mente. Valutiamo tutto sulla base del nostro sistema, della nostra aspettativa, della nostra percezione. E così succede che non siamo più obiettivi. Non vogliamo sentire ciò che è diverso, non valutiamo davvero la fondatezza di un'altra opinione, non ci accorgiamo più dei piccoli gesti fatti proprio nella nostra direzione.
Bisogna aprire gli occhi, bisogna essere vigili, bisogna saper scorgere la bellezza, bisogna ascoltare in silenzio, bisogna saper comprendere, bisogna accettare.
Sono ottusa, anche io.
Sono arrogante, anche io.

giovedì 15 gennaio 2009

... come se un "ti amo" potesse essere una consolazione.