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giovedì 24 gennaio 2008

Meccanica IRRazionale

L’abitudine ci ingabbia.
La ripetizione degli stessi identici gesti e modi per un tempo inferiore al “sempre” ma superiore al “spesso” ci catapulta di gran spinta nella categoria degli “abitudinari”.
“Ah sa Signora la mia Peggy è un’abitudinaria, ogni mattina alle sei e mezza mi viene a svegliare perché vuole andare fuori a fare i suoi bisognini!”
“Buongiorno Amedeo, faccio il solito caffè ristretto?” – “Sì, grazie”
“Nico tu sei dei nostri mercoledì?” - “Ah no mi dispiace ma al mercoledì proprio non posso …. Vado a ballare i latini americani!”
“Amore sabato ho la cena con i ragazzi del calcetto!” – “Ma scusa Amore il sabato però è il nostro giorno … Noi poi quando ci vediamo?”
Così ad un certo punto subentra una meccanica irrazionale che ci porta sino a qui, a fare una serie di cose senza più coscienza di noi stessi e dei gesti che facciamo.
In realtà ad Amedeo quella mattina il caffè ristretto non andava ma ormai era più facile così. Amedeo faceva prima a convincere se stesso che il caffè ristretto è in assoluto la cosa che gli piace di più e a dire al barista con aria di complicità “Sì, grazie” che osare, ordinare un the, vedere come va e poi SCEGLIERE.

3 commenti:

Unknown ha detto...

ciao monni!!!

MonicaLight ha detto...

ma dov'eri???????
hai visto cosa ti avevo scritto di risposta sul blog dell'anto???

Antonella ha detto...

ma insomma... sei paolo o sei LOVE?? io voglio LOVE. l'insondabile e misterioso amante per antonomasia, con la maschera sul viso come il tulipano nero...