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mercoledì 1 ottobre 2008

Schiavi del Cellulare

Io odio il cellulare.
Ne ho un disperato bisogno.
Ormai non posso più farne a meno. Ma lo odio.

Com’è possibile ridursi al punto di chiarirsi o fare una discussione via messaggio? Discussione che peraltro verrà certamente fomentata dal fatto che per iscritto il tono viene sempre frainteso e dal fatto che non puoi più dire “io questo non l’ho mai detto!”.
E com’è questo meccanismo tale per cui tu adesso devi essere sempre rintracciabile?
Prima la gente non ti trovava a casa e va beh … riprovava in un altro momento oppure non riprovava affatto e te lo diceva poi a voce. Ora se prova e non ti trova si arrabbia perché tu non hai richiamato! Non capisco.
E poi non sognarti nemmeno di dire a qualcuno “no il mio numero di cellulare non te lo do!”, perché oggi è scontato che tu il cellulare ce l’hai ed è scontato che gli devi dare il tuo numero. Non darlo è sconveniente.
E la cosa che mi da più fastidio di tutte è che il messaggio, concepito al posto della telefonata per dare una comunicazione breve, e quindi per risparmiare, viene in realtà utilizzato da chi non ha la faccia per dirti direttamente una cosa “spiacevole” del tipo: “purtroppo domani sera non posso venire perché mi è sorto un impegno improvviso!”, “guarda che hai capito male, non intendevo dire quello … ma volevo dire che …”, “ho dieci minuti di ritardo, scusa!”, “mi ero dimenticato di dirti che venerdì ho una cena con i miei amici” .. e via così.
O meglio ancora viene utilizzato da quelli che sono troppo timidi per dirti cose carine a voce, che da quel momento in poi, ossia dal primo messaggio, non sentirai mai più dalla sua bocca ma solo per messaggio: “ti amo tanto”, “eri bellissima stasera”. Ero bellissima?? Ero?? Ma non potevi dirmelo a voce quando mi hai vista?
E quante volte ho guardato quel telefono squillare con su scritto il nome di una persona che proprio non volevo sentire. In quel momento, mentre il telefono squilla si passano tutte le emozioni possibili: prima l’eccitazione “speriamo che sia lui”, poi la delusione “non è lui”, poi l’inquietudine “ma questo chi è?”, poi l’ansia (hai capito chi è) “no lui no! Non rispondo”, poi il senso di colpa perché non stai rispondendo e infine (quando il telefono smette di squillare e hai quel nome cementato nelle chiamate perse) l’indecisione “dovrò richiamare?”. Tutto molto imbarazzante.

Stai parlando con una persona che ti sembra anche seria e intelligente, ti sta spiegando i riflessi che avrà in Europa la crisi del sistema bancario americano, tu pendi quasi dalle sue labbra, fai si con la testa e pensi: “se ne sapessi almeno la metà di queste cose … ” e poi gli squilla il cellulare:

NON TI SCORDAR MAI DI ME – GIUSI FERRERO. Rabbrividisco. Io odio il cellulare.

1 commento:

Disperso ha detto...

ma non te l'avevano rubato il cellulare?
Hai ripreso il numero ed hai perso un'occasione, monica.

Ben ti stà.

P.S.
sante parole, la mattina uscivo e ritornavo la sera, leggevo i mess nella segreteria telefonica, era rilassante...e poi il giorno dopo mi chiedevano: "dove sei stato?"
ed io: "in giro"
:D